FRANCESCO BONATELLI
Padovano di adozione, nasce a Iseo (Brescia) il 25 aprile 1830 da Filippo, commissario distrettuale dell'Austria, e da Elisabetta Bocchi.
Rimasto orfano in tenera età, viene aiutato negli studi da uno zio canonico di Chiari (Brescia). A soli diciannove anni ottiene l'abilitazione all'insegnamento privato della filosofia, della matematica e della fisica;
ma gli viene tolto nel '53 per motivi politici, e lo riottiene dal Radetzky per intercessione della nobildonna Ottavia Bettolini, cui dedicherà il poemetto "Alfredo". Nel '58, dopo una serie di esami, ottiene l'insegnamento della filosofia al Liceo di Mantova, da cui fugge assieme alla moglie nel '59, allo scoppio della Seconda Guerra d'Indipendenza.
Nel '60 insegna al Liceo di Brescia, nel '61 a quello di Torino. Nel frattempo pubblica i suoi studi di psicologia, cercando di dare fondamenti scientifici alla religione cattolica. Compone delicate poesie in vernacolo e in lingua italiana, tra cui il carme "In morte di Tommaso Grossi" e l'ode "Il servaggio e la liberazione".
Dal '62 al '67 insegna filosofia teoretica all'Università di Bologna, e pubblica alcune importanti opere: "Il pensiero e la lingua", "L'esistenza dell'anima", e la sua maggiore "Pensiero e conoscenza".
Nel '67 passa alla cattedra di filosofia teoretica dell'Università di Padova, tenendo contemporaneamente dal 1878 al 1910 l'incarico di Filosofia della Storia in contrapposizione a quella di Storia della filosofia di Ardigò. Si afferma come uno dei maggiori rappresentanti della corrente spiritualista ortodossa, in piena coerenza con la sua vita improntata alla povertà evangelica.
Muore a Padova il 13 maggio del 1911.
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